04 SETTEMBRE 2014

Comunicato stampa COSMeD
Rassegna stampa: Adnkronos Salute, Quotidiano Sanita', Panorama della Sanita', Healthdesk, Il Sole 24 Ore Sanita' Web

Il Governo annuncia un ulteriore blocco dei contratti del pubblico impiego per il 2015 chiamando così i dipendenti pubblici a pagare il conto di discutibili riforme. Per il sesto anno consecutivo nessun adeguamento.

Cambiano governi e legislature ma la ricetta è sempre la stessa, senza discontinuità: la fantasia al potere ripropone stancamente lo stesso monotono spartito. Lo strumento contrattuale, indispensabile anche per recepire le necessarie innovazioni e riorganizzazioni del lavoro pubblico,  viene espulso dallo stesso linguaggio della politica. E' il commento della Confederazione sindacale dei medici e dirigenti alle dichiarazioni del Ministro della PA Madia sul blocco dei contratti fino al 2015.

Il prelievo sui dipendenti pubblici è stato e continua ad essere lo strumento più facile e sicuro per fare cassa. Dopo il sequestro delle liquidazioni, pagate a rate fino a 5 anni senza interessi, i dipendenti pubblici sono diventati i principali creditori dello Stato.

Una serie infinita di leggi speciali penalizzanti e riservate al solo servizio pubblico sta scavando un solco normativo e retributivo, perfino con un lavoro privato in crisi che vede crescere le retribuzioni al ritmo del 2% annuo. Sul fronte previdenziale le donne del pubblico impiego continuano ad andare in pensione tre anni dopo le corrispondenti lavoratrici private, mentre il blocco del turnover ha già prodotto la perdita del 20% dei posti di lavoro nel settore statale e la perdita del potere d’acquisto dei loro stipendi superiore a 20mila euro con danno maggiore per i giovani.

La disoccupazione giovanile è anche responsabilità diretta dei governi che hanno bloccato il ricambio generazionale e, nonostante gli annunci, continua ad aumentare.

In assenza di un tavolo contrattuale per discutere la parte normativa, come imponeva la legge di stabilità 2013, si configura una vera e propria serrata governativa, una fuga sistematica dal confronto con la realtà e con le rappresentanze dei cittadini lavoratori. Anzi, il Governo avoca a sé anche il ruolo sindacale decidendo di concedere aumenti stipendiali “a prescindere” da quantità e qualità del lavoro svolto e dal tanto citato merito.

Il blocco che di fatto è protratto a tempo indeterminato rende il rinnovo dei contratti nel lavoro pubblico un problema politico. Ma corre l'obbligo di ricordare al Governo che non porterà il Paese fuori dalla crisi facendo la pelle alla pubblica amministrazione e ai suoi lavoratori impegnati in settori fondamentali della vita civile quali sanità, scuola, giustizia.

Quanto al metodo di mandare a dire per via mediatica, senza confronto, provvedimenti del genere denota un arroganza che ricorda quella del padronato di tempi non recenti. Anche per questo le iniziative del Governo Renzi “passo dopo passo” stanno aprendo un profondo conflitto sociale e la protesta sta diventando una questione di dignità.

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